(Amore)* 07 – E’ bello che tu ci sia, sono felice del fatto che sei qui con me.

Compiacersi vuol dire provare piacere insieme.

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Questa semplice considerazione ribalta secoli di moralismo sull’amore: prima di essere opere e gesti l’amore è provare piacere insieme!

Ogni piacere alla fine dei conti richiama il primo piacere, quello della fonte, il piacere di esistere, il gusto di essere.

Compiacersi nell’altro allora è godere della reciproca presenza, è dire: è bello che tu ci sia, sono felice del fatto che sei qui con me. 

Quante volte invece ho sentito parlare dell’amore in maniera moralista, come se in primo piano fossero le opere dell’amore, come se a contare fosse ciò che io faccio, come se l’amore fosse reso autentico dalle opere e non viceversa.

Le opere sono importanti, chi può negarlo?

Ma rispetto all’amore sono come gli accidenti rispetto alla sostanza.

S. Paolo è molto chiaro in proposito:

“se anche dessi tutte le mie sostanze ai poveri, ma non ho l’amore niente mi giova!

Come dire che posso anche consumarmi nel volontariato o nell’evangelizzazione o in qualsiasi altra attività, ma se poi non sono felice di stare con il povero, di chiacchierarci, di perderci tempo insieme, insomma se non provo piacere per la sua presenza in realtà non ho fatto nulla!

E che dire dei nostri conventi o dei nostri presbiteri che troppo spesso assomigliano a “fabbriche di apostolato”, o peggio a caserme, piuttosto che a famiglie?

Si è mai sentita in un convento o in una canonica la semplice frase:

“che bello che tu ci sia”?

Anche in quei contesti dove il godimento reciproco dell’esserci dovrebbe essere più scontato, come l’amicizia o il matrimonio, spesso non è così e ad essere in primo piano invece sono le opere, il fare, l’agenda familiare o il lavoro da compiere insieme.

E quanti padri o madri anziché compiacersi dei figli permettono che tutto il loro amore sia assorbito ed espresso solo dal fare?

Ma le opere dell’amore devono fluire dal centro vitale che è il piacere dell’essere-uno-per-l’altro, piacere che deve essere sempre rinnovato, altrimenti anche le opere perderanno presto la loro magia e la loro ricchezza e si ridurranno ad un semplice fare che inaridisce invece di arricchire.

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Lodi – Ora media, terza, sesta e nona – Vespri – Compieta – Liturgie – Preghiere del mattino e della sera –  Santo rosario audio – Litanie – Coroncine – Preghiere varie – Meditazione – Una parola di Dio al momento necessario – Altro …

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Il Signore parla al cuore di ciascuno di noi, ascoltarlo significa valutare bene le situazioni in cui ci troviamo e, se lo desideriamo, viverle nella sua volontà, non dimentichiamo ciò che ci disse nel Vangelo di Giovanni…

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Dal Vangelo di Giovanni 15,5:

Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me, e io in lui, fa molto frutto, perché senza di me non potete far nulla. 

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… e non dimentichiamo nemmeno di chiedere il suo aiuto, sempre se lo desideriamo.

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(Le foto eventuali, dei personaggi, sono state prese su Google / Immagini, per cui, anche se le loro azioni sono in sintonia con l’argomento trattato, non necessariamente debbono corrispondere ai personaggi stessi di questo articolo).

 

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