Facciamo, come si usa fare in matematica, la cosiddetta prova del nove.
Cioè?
Come già accennato in precedenza, riprendiamo una nostra passione o un attaccamento a cose materiali, che ci “prende” e non riusciamo a farne a meno.
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Constatiamo, tra noi e noi, gli effetti nocivi sulla nostra vita, senza auto ingannarci dietro la tentazione di Satana che ci fa credere buono ciò che è male, guardiamo la cosa come effettivamente è, nuda e cruda.
Analizziamola a mente serena, provando a distaccarcene per un po’ e a sentire i richiami delle passioni stesse che desiderano essere soddisfatte, analizziamo lo stato in cui ci costringe a stare, la pace che viene a mancare e lo stato di tensione che ci crea.
Guardiamo se ci piacciono queste situazioni e, davanti allo specchio, da soli, interroghiamoci cosa vogliamo fare, se vivere in questo stato per sempre come morti viventi o vogliamo dare una svolta al tutto.
E’ una scelta quella di vivere da morti o da vivi.
Anche se qualcuno si sente debole e incapace di reagire perché annientato fisicamente, psicologicamente e moralmente, dico di non perdersi d’animo perché la soluzione c’è, anticipo che non è stata partorita da me, abbiate pazienza che ci arriviamo piano piano a capire qual’é la strada giusta.
Intanto ricordo cosa ci disse San Paolo nella lettera ai Romani:
Non riesco a capire ciò che faccio: infatti io faccio non quello che voglio, ma quello che detesto.
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