Una famiglia che prega assieme è più unita e vive meglio, lo dicono anche gli studi.
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Numerose ricerche sono state dedicate al rapporto tra religione e psicologia e i risultati sono pressoché identici:
la fede è una forza di benessere psico-fisico personale ed un collante sociale.
Avere una vita religiosa attiva migliora la salute mentale, aumenta il successo scolastico, rende più felici, migliora l’autocontrollo, diminuisce il tasso di dipendenze e aumenta la prospettiva di vita, riduce la delinquenza, l’ansia e la depressione.
Ma i benefici sono anche a livello sociale, un’alta frequenza ai sacramenti è legata ad una migliore relazione di coppia, sentimentale e sessuale, nonché alla diminuzione dei tassi di divorzio, ed influisce sulla fedeltà di coppia.
Un sondaggio del 2015 ha rilevato che il 50% delle coppie non prega assieme al di fuori dei pasti in famiglia, l’altro 50% lo fa almeno una volta all’anno, di cui l’11% tutti i giorni e un terzo, nel complesso, almeno una volta al mese.
Clay Routledge, professore di Psicologia presso la North Dakota State University, ha elencato i risultati della letteratura scientifica che dimostrano come la preghiera migliora l’autocontrollo, aiuta ad essere pazienti, rende più indulgenti verso le persone che ci sono vicine e porta vantaggi per quanto riguarda la salute e gli effetti dello stress.
«Vi è una crescente mole di prove», ha spiegato, «che indica che la preghiera, un comportamento spesso associato con la religione, può essere utile per gli individui e la società».
Ma! Non ho mai pregato! Puoi sempre iniziare. Mi vergogno, non ce la faccio. Inizialmente è così, chiedi l’aiuto al Signore per avere la forza di iniziare.
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