Pensateci bene: quante volte al giorno dite a vostro figlio “Bravo!” ?
Tante, troppe volte.
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E’ una parola che viene usata spesso se il bambino ha mangiato tutto,
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se non si è sporcato,
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se ha messo in ordine,
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se ha fatto un bel disegno…
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E’ una parola che, a volte, viene abusata.
E questo uso, non costruttivo, è talmente diffuso e ritenuto normale che anche i nonni, gli insegnanti, gli zii, spesse volte, lo mettono in pratica.
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Di conseguenza ci ritroviamo un bambino che si sente dire tante volte al giorno che è bravo ed altre tante volte al giorno che se non è bravo può andar incontro a punizioni, a ricatti, a dispiaceri e via dicendo.
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Se non sei bravo non ti compro quel giocattolo.
Se non sei bravo non arriva babbo Natale e ti porta i giocattoli e via su questa linea …
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Devi essere più bravo, altrimenti non andiamo d’accordo e dai, spesse volte, come un vigilantes e non in modo costruttivo, a controllare …
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si potrebbe davvero continuare all’infinito!
Due sono gli errori principali che si commette nel dire “bravo” ad un bambino.
1- Il senso che si dà a questa pseudo lode è subdolo.
Essere bravi, solitamente, vuol dire non aver fatto arrabbiare l’adulto, aver mangiato tutto quello che l’adulto ha preparato, vuol dire non averlo affaticato mentalmente e fisicamente (spesso infatti si dice “è bravissimo, è come non averlo!“).
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E’ come se lo ringraziassimo di averci reso la vita più semplice.
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Che cosa tristissima questa …, a volte, non siamo in grado di innalzarci a loro e di conseguenza chiediamo a loro di abbassarsi a noi.
Di conseguenza i bambini associano l’essere bravi a tutte queste azioni che fanno felici mamma, papà o i nonni, perché possono fare ciò che desiderano senza avere fastidi.
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2- Ma dire “bravo!” può avere anche una valenza positiva:
lodare il bambino perché ciò che ha fatto o detto è degno di lode.
Spesso, però, anche in questa occasione si commette un errore.
Il bambino perde, nel tempo, la voglia di fare le cose per il sano piacere di farle e la sostituisce con il fare le cose per avere la nostra approvazione.
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Questo atteggiamento lo porterà ad essere insicuro, a non seguire le proprie inclinazioni, sia da bambino che, successivamente, da adulto, ma a ricercare sempre l’approvazione ed il giudizio.
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Ciò che ogni bambino o ragazzo, ma anche ogni adulto, ha bisogno è una risposta costruttiva che non abbia fini subdoli: ha bisogno di avere una risposta emotiva profonda in quel determinato momento che ci richiede attenzione.
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Se un bambino ci mostra un suo disegno non liquidiamolo con un “bravo!” ma rispondiamo alla sua richiesta di parlare del suo lavoro, se è riuscito in un’impresa condividiamo la sua gioia dicendo che siamo contenti della sua riuscita.
E al contrario se invece compie un atteggiamento sbagliato non riduciamo il tutto al fatto che non è stato bravo, spieghiamogli perché il suo comportamento è sbagliato!
Ciò lo aiuterà a crescere e si fortificherà per la vita futura.
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Lodare o “sgridare” è facile e spesso poco arricchente,
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partecipare emotivamente invece è impegnativo ma contribuisce a far sentire una persona importante, degna di attenzione.
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Credo sia cosa buona sgridare di meno e partecipare emotivamente di più alla loro crescita.
Però, questo atteggiamento, verso di loro, non è una cosa facile, soprattutto per chi è molto preso dal “mondo”, è una grazia che il Signore, può concedere, a chi glie lo chiede con cuore sincero.
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