Il mondo è cambiato radicalmente: è più facile ammirare un cielo stellato attraverso uno schermo che vederlo alzando il naso in su.
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Possiamo trascorrere il tempo a disquisire di quanto questo sia fantastico o aberrante e di quanto abbia risolto o complicato la nostra vita da adulti; ma non possiamo esimerci dal prendere in considerazione quello che la scienza ci dice sull’argomento quando siamo genitori.
Un bambino nasce in un mondo che gli adulti hanno costruito e pensato non certo a sua misura e può solo cercare di adattarsi ad esso per sopravvivere.
Quando qualche tempo fa sui social si è diffusa la notizia di Ashlynd, una bambina di 6 anni che ha ben pensato di fare spese online con il dito della madre sul suo ipod, qualcuno avrà riso sotto i baffi confermando la sua scelta di non voler per nessuna ragione al mondo procreare.
Forse qualcuno ha pensato che ai suoi tempi queste cose non succedevano e qualcun altro ancora avrà addirittura rimpianto i giganteschi telefoni fissi, oggi molto vintage, tenuti ancora come arredamento negli appartamenti.
Sicuramente, però, qualche genitore, a cui proprio non importa stabilire in quale epoca sarebbe stato il caso nascesse suo figlio, si sarà semplicemente chiesto: ma quanto tempo è bene che i bambini trascorrano davanti ad uno schermo?
Domanda top one dei genitori dei bambini 2000.
Raccomandazione per i genitori.
Nel 2011, l’American Academy of Pediatrics (AAP) raccomandava che i bambini di età inferiore a 2 non dovessero guardare qualsiasi televisione.
I ragazzi un po’ più grandi avrebbero dovuto limitare al massimo a 2 ore al giorno il tempo sullo schermo.
Dall’Ottobre del 2016, di fronte alla ormai massiccia diffusione di iphone e ipod queste direttive sono cambiate: un cambiamento che probabilmente riflette la realtà che gli schermi sono diventati parte della vita quotidiana anche dei nostri figli.
Tra le raccomandazioni AAP troviamo:
Per i bambini di età inferiore ai 18 mesi, evitare l’uso dei mezzi di comunicazione con schermo diverso rispetto alle video-chat (con i nonni, zii o genitori lontani).
I genitori di bambini dai 18 ai 24 mesi di età che vogliono introdurre i media digitali dovrebbe scegliere una programmazione di qualità, e guardare con i loro figli i programmi per aiutarli a capire quello che stanno vedendo.
Per bambini dai 2 ai 5 anni è bene limitare l’uso dello schermo a 1 ora al giorno di programmi di alta qualità.
Anche in questo caso i genitori dovrebbero guardare con i bambini programmi o giochi per aiutarli a capire ciò che stanno vedendo e applicarlo al mondo che li circonda.
Per bambini dai 6 anni in su, porre limiti coerenti circa il tempo trascorso con i media e assicurarsi che il supporto non prenda il posto di sonno adeguato, l’attività fisica e altri comportamenti essenziali per la salute.
Accanto a queste raccomandazioni è bene ricordare che:
I bambini, per loro natura, spesso fanno chiasso, sporcano, litigano, vogliono attenzioni.
Se non possono fare almeno parte di questo cercheranno di trovare un’alternativa e spesso aumentano significativamente lo screen time.
Spesso la televisione è un suono in sottofondo della casa, una sorta di “compagnia”.
Questo però può distrarre i bambini da loro attività come giocare con i giocattoli o parlare con i genitori.
Così, se il bambino non è specificamente seduto a guardare qualcosa, è meglio lasciare il televisore spento.
Internet o lo schermo non potrà mai insegnare ai nostri figli più di quanto potremmo fare noi. Inoltre non è detto che, nonostante la buona qualità di un contenuto, un bambino sia in grado di comprenderlo e gestirlo emotivamente.
Quindi non smettiamo mai di sederci, parlare, spiegare e, soprattutto, essere d’esempio.
Interessiamoci sempre e nel particolare del contenuto.
Data la presenza di innumerevoli spettacoli didattici e applicazioni per i bambini, non vi è alcun motivo per cui dovrebbero guardare la programmazione per adulti, in particolare la programmazione che contiene violenza.
Prendiamoci del tempo per capire le caratteristiche tecniche dello strumento e come i nostri figli lo utilizzano.
Verifichiamo la politica che applicazioni e social hanno sulla privacy e la conservazione dei dati.
Dobbiamo assolutamente sapere chi ha accesso al materiale audio video prodotto dai nostri figli ( solo i loro amichetti di scuola o tutto il popolo del web??).
Talvolta inconsapevolmente potrebbero condividere informazioni sensibili come la loro posizione.
La nostra età/ignoranza della tecnologia/mancanza di tempo non sono una scusa: siamo noi gli adulti e gli unici responsabili dell’incolumità dei nostri figli.
Ricordiamoci sempre che, come per tutto, tenderanno a seguire, più che le nostre parole, il nostro esempio: occhio innanzitutto a come noi gestiamo il nostro screen time.
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