(Uomo – Donna)* 123 – Aderiamo a Cristo: se ce ne stacchiamo siamo perduti

Dalle «Omelie sulla prima lettera ai Corinzi» di san Giovanni Crisostomo, vescovo.

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«Nessuno può porre un fondamento diverso da quello che già vi si trova, che è Gesù Cristo» (1 Cor 3, 11).

Vedi come Paolo prova le sue asserzioni servendosi di esempi comuni.

Egli intende dire questo:

Ho annunziato Cristo, vi ho dato il fondamento; badate ora a come edificarvi sopra, che non sia in vista di una gloria vana o a favore di uomini che distolgono da lui i discepoli.

Non cadiamo nell’eresia:

«Nessuno infatti può porre un fondamento diverso da quello che già vi si trova che è Gesù Cristo».

Edifichiamo dunque su di lui e aderiamo a lui come a fondamento, come i tralci aderiscono alla vite, e nulla si interponga tra noi e Cristo; se qualcosa si interpone, siamo subito perduti.

Il tralcio, solo se è attaccato alla vite ne trae la linfa; e un edificio si regge, solo se è compatto: se invece è sconnesso crolla, non avendo dove poggiare.

Aderiamo a Cristo, non solo, ma consolidiamoci in lui, perché, per poco che ce ne stacchiamo, siamo perduti:

«Ecco, perirà chi da te si allontana» (Sal 72, 27).

Consolidiamoci in lui per mezzo delle opere: Se uno osserva la mia parola, dice, rimane in me (cfr. Gv 14, 23).

Egli si serve di molte immagini per esortarci a restargli uniti.

Guarda: egli è il capo, noi il corpo; ci può essere separazione tra il capo e il corpo?

Egli è il fondamento, noi l’edificio; egli è la vite, noi i tralci; egli è lo sposo, noi la sposa; egli è il pastore, noi le pecore; egli è la via, noi la percorriamo.

Noi, ancora, siamo il tempio, lui vi inabita; egli il primogenito, noi i fratelli; egli è l’erede, noi i coeredi; egli è la vita, noi i viventi; egli è la risurrezione e noi risorgeremo; egli è la luce e noi ne siamo inondati.

Tutte queste immagini danno l’idea di una stretta connessione e non ammettono alcun vuoto, neanche la minima distanza tra noi e lui:

chi se ne stacca, sia pure di poco, scivola e si allontana sempre più.

Se un membro del corpo è soggetto a un’amputazione anche piccola, muore; e un edificio, anche per un piccolo crollo, può andare in rovina; così un tronco, per poco che venga tagliato dalla radice, diventa inutile.

Quello perciò che sembra piccola cosa, è tutt’altro che piccola, anzi è tutto.

Quando dunque commettiamo un peccato lieve o siamo pigri, non passiamoci sopra per il fatto che è cosa leggera; se trascurata, diventa subito grave.

Così, anche una veste, se comincia a strapparsi e noi non ci badiamo, si strappa di più; e un tetto, solo che si rompano alcune tegole, se non vi si pone riparo, manda in rovina tutta la casa.

Ammaestrati da questi esempi, non disprezziamo mai le cose piccole, per non scivolare in quelle più gravi e finire col separarci dal capo.

Se non si sta attenti, è difficile poi risalire dal basso, non solo per la lontananza, ma anche per la difficoltà della salita dall’abisso in cui siamo caduti.

Un baratro profondo è il peccato e ha una tale forza di attrazione che ci tiene attaccati al fondo.

Come chi cade in un pozzo non ne esce facilmente, ma ha bisogno dell’aiuto di chi possa tirarlo fuori, così anche chi cade nel fondo del peccato.

Gettiamo giù verso di loro delle corde e tiriamoli su; anzi, veramente non sono soltanto gli altri ad averne bisogno, ma noi stessi, che dobbiamo legarci insieme e risalire: e non solo nella misura in cui siamo discesi, ma ancora più in alto, se lo vogliamo.

Dio ci porge aiuto:

«Egli non ha piacere della morte del malvagio, ma piuttosto che desista dalla sua condotta e viva» (Ez 18, 23).

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Lodi – Ora media, terza, sesta e nona – Vespri – Compieta – Liturgie – Preghiere del mattino e della sera –  Santo rosario audio – Litanie – Coroncine – Preghiere varie – Meditazione – Una parola di Dio al momento necessario – Altro …

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Il Signore parla al cuore di ciascuno di noi, ascoltarlo significa valutare bene le situazioni in cui ci troviamo e, se lo desideriamo, viverle nella sua volontà, non dimentichiamo ciò che ci disse nel Vangelo di Giovanni…

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Dal Vangelo di Giovanni 15,5:

Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me, e io in lui, fa molto frutto, perché senza di me non potete far nulla. 

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… e non dimentichiamo nemmeno di chiedere il suo aiuto, sempre se lo desideriamo.

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(Le foto eventuali, dei personaggi, sono state prese su Google / Immagini, per cui, anche se le loro azioni sono in sintonia con l’argomento trattato, non necessariamente debbono corrispondere ai personaggi stessi di questo articolo).

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