(Uomo – Donna)* 143 – Il peso del governo

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Dal libro la “Regola Pastorale” di San Gregorio Magno, papa.

Abbiamo mostrato che il peso del governo è grave, affinché nessuno osi profanare per incapacità il sacro ufficio e, per cupidigia di potere, diventi guida di perdizione.

Lo stesso Mediatore tra Dio e gli uomini evitò di assumere il potere qui in terra, egli che regna nei cieli prima del tempo e trascende la scienza e la capacità degli spiriti celesti.

E scritto infatti che «Gesù, sapendo che stavano per venire a prenderlo per farlo re, si ritirò di nuovo sulla montagna, tutto solo» (Gv 6,15).

Chi meglio di lui avrebbe potuto governare gli uomini che egli stesso aveva creato?

Ma poiché si è incarnato non solo per redimerci con la passione ma anche per istruirci con l’esempio della sua vita, non volle essere nominato re, ma andò spontaneamente al patibolo della croce.

Fuggì la gloria del potere offertogli e desiderò una morte ignominiosa, perché le sue membra imparassero a fuggire i favori del mondo e a non temerne le minacce,

a preferire le avversità subite per amore della verità e a diffidare con timore delle situazioni favorevoli; perché queste spesso inquinano il cuore, mentre le avversità lo purificano col dolore.

Nella prosperità l’animo si esalta, nelle difficoltà invece, anche se era inorgoglito, si umilia.

La prosperità aliena l’uomo da se stesso, mentre le difficoltà l’obbligano a impegnarsi anche contro voglia.

Quando le cose vanno bene spesso si sperperano i meriti accumulati prima, invece nelle avversità si espiano persino le colpe a lungo trascurate.

Spesso la scuola del dolore plasma il cuore, mentre chi giunge al vertice del potere, abituandosi alla gloria, diventa orgoglioso.

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Lodi – Ora media, terza, sesta e nona – Vespri – Compieta – Liturgie – Preghiere del mattino e della sera –  Santo rosario audio – Litanie – Coroncine – Preghiere varie – Meditazione – Una parola di Dio al momento necessario – Altro …

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Il Signore parla al cuore di ciascuno di noi, ascoltarlo significa valutare bene le situazioni in cui ci troviamo e, se lo desideriamo, viverle nella sua volontà, non dimentichiamo ciò che ci disse nel Vangelo di Giovanni…

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Dal Vangelo di Giovanni 15,5:

Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me, e io in lui, fa molto frutto, perché senza di me non potete far nulla. 

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… e non dimentichiamo nemmeno di chiedere il suo aiuto, sempre se lo desideriamo.

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(Le foto eventuali, dei personaggi, sono state prese su Google / Immagini, per cui, anche se le loro azioni sono in sintonia con l’argomento trattato, non necessariamente debbono corrispondere ai personaggi stessi di questo articolo).

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