Quando invece abbiamo autorità in un certo ambito e siamo animati dalle virtù e dai doni dello Spirito Santo, non solo è lecito, ma è doveroso giudicare.
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È il caso dei genitori nei confronti dei figli, dell’esperto nei confronti dell’inesperto, del religioso nei confronti del laico, del principe nei confronti del popolo, del soggetto nei confronti della realtà oggettiva conosciuta, della creatura spirituale nei confronti delle creature temporali.
Così l’uomo (e in particolare il cristiano) è chiamato a scrutare i segni dei tempi, ad ammonire i peccatori circa il peccato e a valutare ogni situazione della vita propria e altrui.
Però, il giudizio, è bene ricordarlo, non deve mai essere rivolto alla persona che ha compiuto l’azione, ma all’azione stessa.
Gesù non giudicò l’adultera ma il peccato da lei commesso:
Gv 8,10-11 Allora Gesù si alzò e le disse:
«Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?».
Ed ella rispose:
«Nessuno, Signore».
E Gesù disse:
«Neanch’io ti condanno; va’ e d’ora in poi non peccare più».
Il Signore parla al cuore di ciascuno di noi, ascoltarlo significa valutare bene le situazioni in cui ci troviamo e, se lo desideriamo, viverle nella sua volontà, non dimentichiamo ciò che ci disse nel Vangelo di Giovanni…
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Dal Vangelo di Giovanni 15,5:
Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me, e io in lui, fa molto frutto, perché senza di me non potete far nulla.
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… e non dimentichiamo nemmeno di chiedere il suo aiuto, sempre se lo desideriamo.
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(Le foto eventuali, dei personaggi, sono state prese su Google / Immagini, per cui, anche se le loro azioni sono in sintonia con l’argomento trattato, non necessariamente debbono corrispondere ai personaggi stessi di questo articolo).