(Amore) 84 – Il sacrificio di Gesù era per amore

C’è un articolo scientifico sulla morte di Gesù, pubblicato nel 1986 in una delle riviste scientifiche più prestigiose del mondo: The Journal of the American Medical Association.

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L’articolo è intitolato “Sulla morte fisica di Gesù Cristo” (Sulla morte fisica di Gesù Cristo).

In esso gli autori mostrano che la fustigazione romana era terribilmente crudele.

Vengono descritti dettagli tecnici che, insieme al racconto biblico, forniscono un quadro completo di tutto questo processo, dal processo alla morte in croce.

Prima del processo, è registrato in Luca 22 che Gesù era in profonda angoscia e sudava sangue.

Sebbene sia un fenomeno raro, i medici riconoscono questa caratteristica come ematidrosi, che può verificarsi a causa di alti livelli di stress.

Dopo essere stato processato, Gesù fu violentemente fustigato con una frusta di cuoio, con piccole sfere di ferro alle estremità e ossa appuntite.

Le sfere di ferro hanno causato lesioni interne e le ossa hanno tagliuzzato la carne, esponendo la muscolatura scheletrica e provocando un’ampia perdita di sangue, probabilmente lasciandolo in uno stato pre-shock.

Dopo una dura fustigazione, Gesù fu deriso, sputato addosso e costretto a portare la propria croce sul Golgota.

Durante la crocifissione, l’imputato fu gettato sulla croce per terra e ai polsi e ai piedi furono inchiodati chiodi lunghi fino a 18 cm.

La crocifissione era un processo che produceva un dolore intenso e provocava una morte lenta e soffocante.

La respirazione era una cosa estremamente dolorosa.

Ad ogni respiro, Gesù doveva alzare la schiena cruda, trascinandola sul legno e caricando tutto il suo peso sui piedi, che erano inchiodati.

Dati che hanno aumentato la perdita di sangue e causato un dolore terribile.

Le cause della morte per crocifissione potevano essere diverse, ma le due più comuni erano lo shock ipovolemico e l’asfissia da esaurimento.

Quando il Vangelo di Giovanni narra che dopo la morte di Gesù un soldato lo trafisse con una lancia e ne uscì “sangue e acqua”, la spiegazione degli scienziati è che l’acqua rappresentava probabilmente il fluido pleurico e il pericardio sieroso e avrebbe preceduto il flusso del sangue e avrebbe un volume inferiore a quello del sangue.

Forse nel contesto di ipovolemia e insufficienza cardiaca acuta, potrebbero essersi sviluppati versamenti pleurici e pericardici che si sarebbero aggiunti al volume dell’acqua apparente.

Solo guardando la sofferenza fisica di Gesù, ci rendiamo conto di quanto deve essere stato terribile sopportare tutto questo.

Stress intenso, notte insonne, un processo iniquo, fustigazioni disumane, scherno e dover ancora portare il proprio strumento di morte.

Ma anche DI PIÙ!

Ciò che “pesava” sulle sue spalle erano i nostri peccati.

Isaia profetizzò:

“Ma fu ferito per le nostre trasgressioni, e schiacciato per le nostre iniquità; la punizione che ci porta la pace era su di lui, e dai suoi piedi che calpestavano siamo stati guariti”.

|Isaia 53:5|

Lui era il sacrificio.

L‘agnello di Dio che toglie il peccato del mondo.

Solo il Dio che si è fatto uomo poteva riconciliare gli uomini con Dio.

Per questo diciamo che il sacrificio era per amore, perché Lui non aveva peccato, noi lo abbiamo.

Se il peccato genera la morte, saremmo dovuti morire noi, non lui.

Quindi tutto il tuo marciume, tutti i tuoi cattivi pensieri e azioni, tutta la tua rivolta contro Dio… tutto questo era sulle spalle di Cristo.

E ha vinto non solo il peccato, ma anche la morte!

Quando pensi che la tua vita sia troppo difficile, che niente funzioni, guarda questa foto e ricorda tutto quello che Gesù ha passato per amor tuo.

La punizione che ci porta la pace era su di LUI.

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Lodi – Ora media, terza, sesta e nona – Vespri – Compieta – Liturgie – Preghiere del mattino e della sera –  Santo rosario audio – Litanie – Coroncine – Preghiere varie – Meditazione – Una parola di Dio al momento necessario – Altro …

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Il Signore parla al cuore di ciascuno di noi, ascoltarlo significa valutare bene le situazioni in cui ci troviamo e, se lo desideriamo, viverle nella sua volontà, non dimentichiamo ciò che ci disse nel Vangelo di Giovanni…

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Dal Vangelo di Giovanni 15,5:

Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me, e io in lui, fa molto frutto, perché senza di me non potete far nulla. 

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… e non dimentichiamo nemmeno di chiedere il suo aiuto, sempre se lo desideriamo.

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(Le foto eventuali, dei personaggi, sono state prese su Google / Immagini, per cui, anche se le loro azioni sono in sintonia con l’argomento trattato, non necessariamente debbono corrispondere ai personaggi

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