Un grande maestro indiano di vita spirituale ha scritto: “Sono seduto sulla riva di un ruscello
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e osservo un sasso rotondo immerso nell’acqua.
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Da quanti anni il sasso è bagnato dall’acqua?
Forse da dieci, forse da cento? … e chi può saperlo.
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Ma l’acqua non è riuscita a penetrare nel sasso.
Se spacco quella pietra, dentro è asciutta.
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Così è di noi che viviamo immersi in Dio e, molti, non se ne lasciano penetrare: Dio rimane alla superficie della nostra vita, non ci trasforma perché molti non sono disposti a lasciarsi penetrare e trasformare dal suo amore.
Ecco, io sono disposto a lasciarmi trasformare, cosa dovrei fare?
Nulla, solo pregare affinché il Signore prenda dimora presso di te e comportarti come un/a bambino/a che si lascia andare nelle braccia della madre, lascerai la tristezza …
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… e, con il tempo, sperimenterai la felicità, quella vera …
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come avverrà tutto questo?
Così, come Dio stesso ci ha detto …
Ez 36,26 vi darò un cuore nuovo, metterò dentro di voi uno spirito nuovo, toglierò da voi il cuore di pietra e vi darò un cuore di carne.
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Se adesso siamo come un sasso nel ruscello che nel suo interno rimane asciutto, poi non lo saremo più.
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