Genesi 3,14-15 Allora il Signore Dio, dopo il peccato di Adamo ed Eva, disse al serpente:
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«Poiché hai fatto questo, maledetto tu fra tutto il bestiame e fra tutti gli animali selvatici! Sul tuo ventre camminerai e polvere mangerai per tutti i giorni della tua vita.
Io porrò inimicizia fra te e la donna, fra la tua stirpe e la sua stirpe: questa ti schiaccerà la testa e tu le insidierai il calcagno».
Se nel racconto mitico della creazione, Eva, la donna, segna lo scarto in negativo di questa autonomia… nella visione di Dio è ancora affidata alla donna la possibilità di generare una svolta in positivo e di riappropriarsi di una scelta che permette di volgersi a Dio, di vedere e riconoscersi nel suo volto.
Questa è l’immacolata, una donna che ha distrutto l’impossibilità di vedere Dio, iniziando a contemplare il suo volto e a riconoscersi in lui, al punto da saperlo generare e restituire al mondo.
In Maria il generare è diventato davvero dare carne al figlio di Dio.
In noi questa generazione si fa spirituale: la contemplazione del volto di Dio permette a lui di rallegrarsi e riconoscerci come suoi e a noi infonde la certezza che Egli è il nostro creatore, salvatore e consolatore.
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