(Uomo – Donna)* 176 – Vanità dei piaceri e della sapienza umana.

Io ho detto in cuor mio:

«Vieni, dunque, ti voglio mettere alla prova con la gioia: Gusta il piacere!».

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Ma ecco, anche questo è vanità.

Del riso ho detto:

«Follia!»

e della gioia:

«A che giova?».

Ho voluto soddisfare il mio corpo con il vino, con la pretesa di dedicarmi con la mente alla sapienza e di darmi alla follia, finché non scoprissi che cosa convenga agli uomini compiere sotto il cielo, nei giorni contati della loro vita.

Ho considerato poi la sapienza, la follia e la stoltezza.

«Che farà il successore del re? Ciò che è già stato fatto».

Mi sono accorto che il vantaggio della sapienza sulla stoltezza è il vantaggio della luce sulle tenebre:

Il saggio ha gli occhi in fronte, ma lo stolto cammina nel buio.

Ma so anche che un’unica sorte è riservata a tutt’e due.

Allora ho pensato:

«Anche a me toccherà la sorte dello stolto!

Allora perché ho cercato d’esser saggio?

Dov’è il vantaggio?».

E ho concluso:

«Anche questo è vanità».

Infatti, né del saggio né dello stolto resterà un ricordo duraturo e nei giorni futuri tutto sarà dimenticato.

Allo stesso modo muoiono il saggio e lo stolto.

Ho preso in odio la vita, perché mi è sgradito quanto si fa sotto il sole.

Ogni cosa infatti è vanità e un inseguire il vento.

Ho preso in odio ogni lavoro da me fatto sotto il sole, perché dovrò lasciarlo al mio successore.

E chi sa se questi sarà saggio o stolto?

Eppure potrà disporre di tutto il mio lavoro in cui ho speso fatiche e intelligenza sotto il sole.

Anche questo è vanità!

Sono giunto al punto di disperare in cuor mio per tutta la fatica che avevo durato sotto il sole, perché chi ha lavorato con sapienza, con scienza e con successo dovrà poi lasciare i suoi beni a un altro che non vi ha per nulla faticato.

Anche questo è vanità e grande sventura.

Allora quale profitto c’è per l’uomo in tutta la sua fatica e in tutto l’affanno del suo cuore con cui si affatica sotto il sole?

Tutti i suoi giorni non sono che dolori e preoccupazioni penose; il suo cuore non riposa neppure di notte.

Anche questo è vanità!

Non c’è di meglio per l’uomo che mangiare e bere e godersela nelle sue fatiche; ma mi sono accorto che anche questo viene dalle mani di Dio.

Difatti chi può mangiare e godere senza di lui?

Egli concede a chi gli è gradito sapienza, scienza e gioia mentre al peccatore dà la pena di raccogliere e d’ammassare per colui che è gradito a Dio.

Ma anche questo è vanità e un inseguire il vento!

Dal libro di Qoèlet  2, 1-3. 12-26

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Lodi – Ora media, terza, sesta e nona – Vespri – Compieta – Liturgie – Preghiere del mattino e della sera –  Santo rosario audio – Litanie – Coroncine – Preghiere varie – Meditazione – Una parola di Dio al momento necessario – Altro …

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Il Signore parla al cuore di ciascuno di noi, ascoltarlo significa valutare bene le situazioni in cui ci troviamo e, se lo desideriamo, viverle nella sua volontà, non dimentichiamo ciò che ci disse nel Vangelo di Giovanni…

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Dal Vangelo di Giovanni 15,5:

Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me, e io in lui, fa molto frutto, perché senza di me non potete far nulla. 

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… e non dimentichiamo nemmeno di chiedere il suo aiuto, sempre se lo desideriamo.

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(Le foto eventuali, dei personaggi, sono state prese su Google / Immagini, per cui, anche se le loro azioni sono in sintonia con l’argomento trattato, non necessariamente debbono corrispondere ai personaggi stessi di questo articolo).

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