Ritornando a chi aggredisce, come dicevo, può darsi che lo si faccia per difesa e non essere attaccati, per dominare gli altri, per essere tra i primi, però non credo che tutti partano con il semplice desiderio di farlo, in genere, penso, che aggrediscono per primi per non essere aggrediti, anche se, questa minaccia, non esiste.
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E perché, questa persona, pensa che potrebbe essere aggredita?
Normalmente non accade che uno aggredisca l’altro.
Forse perché si porta dietro un episodio del passato, nel quale è stato aggredita ed è stata un trauma per quella persona.
Aggredita in che senso?
Magari non è stata un’aggressione fisica o psicologica vera e propria, potrebbe essere stato un richiamo forte in tenera età per un qualcosa fatto, magari una sciocchezza, una marachella e che non avrebbe dovuto fare e che lo ha segnata.
Per cui, in età adulta, facendo qualcosa di sbagliato, inconsciamente teme che potrebbe ripetersi la stessa cosa che lo ha traumatizzato.
Allora per difendersi e far si che ciò non si ripeta, attacca per prima aggredendo e pensa, sempre inconsciamente, se domino io faccio si che non si permetta di dirmi nulla sulla mia mancanza attuale, cosa che l’altra persona, magari, non ci ha pensato nemmeno lontanamente.
Questa ipotesi calza bene con la lettera di San Paolo Apostolo ai romani sotto riportata.
Romani 7,15 Non riesco a capire ciò che faccio: infatti io faccio non quello che voglio, ma quello che detesto.
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